CONTRAFFAZIONE: Adoc, approvazione del Parlamento UE su norma su etichetta “Made in”

CONTRAFFAZIONE: Adoc, approvazione del Parlamento UE su norma su etichetta “Made in”, più
tutele per consumatori e imprese italiane.

E’ stata approvata ieri al Parlamento Europeo la normativa per la tutela dei consumatori europei dai prodotti falsi e nocivi, contenente anche la norma che impone l’etichettatura di origine sia ai prodotti realizzati in Europa sia a quelli provenienti da fuori l’Unione Europea.
“Siamo soddisfatti dell’approvazione, a larghissima maggioranza, al Parlamento UE delle norme sull’etichettatura che tutela il “Made in”, i consumatori e le imprese italiane – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – una norma che impone l’etichettatura di origine su tutti i prodotti UE e extra UE, che andrà a porsi anche come deterrente e freno all’invasione dei prodotti contraffatti. Un’altra arma a disposizione della lotta alla contraffazione, una lotta strategica per il rilancio economico, per la difesa dei diritti e degli interessi dei consumatori e delle imprese italiane. L’intero settore della contraffazione, alimentare e non, muove circa 8 miliardi di euro l’anno, sottrae oltre 100mila posti di lavoro e tiene fuori dal gettito fiscale poco meno di 2 miliardi di euro. Solo nel settore alimentare i prodotti contraffatti muovono un giro d’affari di oltre un miliardo di euro, che diventano 60 se si considera il fenomeno dei prodotti “italian sounding”. Nei settori non food il giro
d’affari è pari a circa 7 miliardi di euro l’anno, una cifra enorme che riguarda in particolare il settore moda e abbigliamento. L’Adoc, in questo senso e in collaborazione con l’Antitrust, nell’ultimo anno ha contribuito a far chiudere centinaia di siti web che commerciavano prodotti di marca contraffatti. Va anche lodato il ruolo svolto dalle forze dell’ordine, in particolare dalla Guardia di Finanza e dal Nucleo Antisofisticazioni, baluardi a difesa dei consumatori e del Paese. Crediamo sia necessario investire maggiormente in questa battaglia, da una parte dotando gli operatori del settore di maggiori risorse, dall’altra utilizzando le migliaia di giovani inoccupati, contribuendo anche a fermare la crisi occupazionale.”