DECRETO CARO BOLLETTE: SI GUARDA ALL’EMERGENZA E AL FUTURO?
Aspettiamo di leggere il decreto ma nutriamo dubbi sulla sua efficacia. Adottare un provvedimento limitato a soli tre mesi non è assolutamente sufficiente. Il decreto contro il caro-bollette, appena approvato dal cdm, pur con delle decisioni importanti, non ci sembra che affronti in maniera significativa e strutturale la vera emergenza delle persone. Lo sostiene Anna Rea, Presidente Adoc nazionale.
Ci saremmo aspettati che il taglio degli oneri di sistema, concesso alle aziende – scelta che giudichiamo positivamente – fosse esteso anche alle famiglie – continua Anna Rea – bene il rinvio di due anni della scadenza del servizio dedicato ai vulnerabili e l’intervento per le famiglie con reddito fino a 25mila euro di Isee, ma sono interventi che non danno risposte necessarie alla stragrande maggioranza delle famiglie, molte delle quali sono operai, impiegati, pensionati.
Anche sull’Iva era una promessa già anticipata, ma mai applicata. Con questi rincari, non è questo di iniziare a ridurre l’Iva che è tra le più care d’Europa?
Affrontare il problema in modo strutturale non significa puntare sul nucleare, ma guardare alla neutralità tecnologica del Paese e incentivare le fonti rinnovabili. Serve una semplificazione burocratica per consentire alle comunità e alle famiglie di usufruirne più facilmente.
Intervenire in modo strutturale su questo tema significa non solo dare risposte al caro energia, ma anche contrastare il carovita, come dimostrano i dati sui prezzi al consumo diffusi oggi dall’Istat. L’inflazione e il caro bollette sono l’incubo che divora il potere d’acquisto di milioni di consumatori – conclude la Presidente Adoc, Anna Rea.