Culle sempre più vuote: in Italia nascite ai minimi storici. Palermo segue la tendenza nazionale
Il calo delle nascite in Italia continua senza sosta.
Secondo i dati diffusi dall’Istat, nel 2024 sono venuti al mondo 369.944 bambini, quasi 10mila in meno rispetto al 2023 (-2,6%).
È l’ennesimo capitolo di un declino iniziato nel 2008: in poco più di quindici anni il nostro Paese ha perso oltre 207mila nati, pari a una riduzione del 35,8%.
Il tasso di natalità è sceso a 6,3 nati per mille abitanti, contro i 9,7 per mille del 2008 — un crollo che riflette le difficoltà economiche e culturali delle nuove generazioni.
Il numero medio di figli per donna si è attestato a 1,18 nel 2024, in lieve calo rispetto all’1,20 del 2023, e al di sotto del precedente minimo storico di 1,19 del 1995.
Le stime preliminari del 2025 sono ancora più allarmanti: 1,13 figli per donna, il valore più basso mai registrato in Italia.
Il calo interessa sia le donne italiane (da 1,14 a 1,11 figli) sia le donne straniere, che pur mantenendo un livello più elevato (1,79) mostrano una discesa costante rispetto al passato (2,31 nel 2010).
Il problema non è solo una questione di scelte personali:
le generazioni nate dagli anni Settanta in poi, già numericamente ridotte, sono oggi nella fascia d’età in cui si diventa genitori, ma con una propensione alla natalità sempre più bassa.
Negli anni Sessanta una donna aveva in media oltre due figli, oggi poco più di uno.
Questo innesca un circolo vizioso demografico: meno giovani adulti significa meno nascite, con ripercussioni dirette sulla sostenibilità economica e sociale.
Nei primi sette mesi del 2025, l’Istat ha registrato 197.956 nuovi nati, circa 13mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 (-6,3%).
Il tasso di natalità si attesta così al 3,4 per mille, in peggioramento rispetto al 3,6 per mille dell’anno precedente.
Un calo di tale entità era stato osservato solo in anni isolati come il 2013, 2016 e 2019, ma mai con una continuità così marcata.
La tendenza si riflette anche a livello locale.
A Palermo, secondo i dati ufficiali del Comune e dell’Istat, nel 2023 sono nati 4.756 bambini, con un calo del -6,3% rispetto al 2022, quando i nati erano 5.075.
Nel dettaglio, si contano 2.421 maschi (-8,9%) e 2.335 femmine (-3,4%).
La Città Metropolitana di Palermo registra nel complesso 9.354 nuovi nati nel 2023, ma anche qui il saldo naturale è negativo: i decessi superano di gran lunga le nascite.
Un dato che racconta una realtà ormai diffusa in molte città italiane, dove la crisi demografica si intreccia con precariato, costo della vita e carenza di servizi per l’infanzia.
La denatalità non è un tema astratto, ma una questione strutturale che minaccia il futuro economico e sociale del Paese.
Meno nascite significano meno lavoratori, più anziani da sostenere e un welfare sempre più fragile.
ADOC invita le istituzioni a un intervento strategico di lungo periodo che non si limiti ai bonus temporanei, ma promuova:
- politiche familiari solide e inclusive,
- sostegni economici reali per chi decide di avere figli,
- asili nido accessibili,
- un’effettiva conciliazione tra lavoro e vita privata,
- e un welfare che valorizzi la genitorialità come risorsa collettiva.
Senza un cambio di passo, l’Italia rischia di diventare un Paese sempre più anziano, fragile e spopolato.
Una società in cui il futuro non nasce più — né nei reparti maternità, né nei sogni di chi vorrebbe costruirlo.

