INDAGINE PREZZI ADOC SICILIA CONTRO IL CAROVITA

INDAGINE PREZZI ADOC SICILIA CONTRO IL CAROVITA.

A Palermo la spesa è ancora troppo cara

Negli ultimi mesi l’inflazione è cresciuta in maniera esponenziale, diventando una delle principali preoccupazioni avvertite dalla popolazione a livello internazionale. Negli ultimi mesi i beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono passati dal +10,9 al +12,7%. Fare la spesa oggi costa quasi il 13% in più rispetto allo scorso anno, un livello record che non si raggiungeva dal 1983. Gli aumenti riguardano ogni reparto del supermercato, a partire da quelli al consumo che hanno fatto registrare un incremento del 3,4% su base mensile e dell’11,8% su base annua (fonte ISTAT).
L’indagine promossa dalla Segreteria regionale ADOC APS Sicilia – Palermo, svolta dal 25 ottobre al 5 novembre, offre una condizione generale dei prodotti di prima necessità, comparando i prezzi tra vari supermercati Discount, ma anche nelle grandi catene di supermercati.

Dalle tabelle emerge un trend di crescita dei prezzi dei beni di prima necessità, non solo in riferimento alle grandi marche più note, ma anche in riferimento ai prezzi dei prodotti dei Discount che dovrebbero essere più contenuti. Nonostante le offerte periodiche promosse dai supermercati, gli scaffali riportano comunque costi eccessivi per prodotti quotidiani e necessari, che non possono mancare nel carrello della spesa di una famiglia media. Ma nonostante i forti rincari, sono comunque i discount a rappresentare ancora la scelta più economica in termini assoluti.

* Prezzi in offerta fino al 5 novembre o oltre
* Prezzi in offerta fino al 5 novembre o oltre

A conclusione dell’indagine, il Presidente regionale Avv. Raffale Tango, ha così commentato: “dal quadro d’indagine, si evince che tutte le strategie messe in campo sinora dal Governo per contenere il rincaro dei prezzi e l’aumento dell’inflazione non sono bastate, risultando anzi inadeguate a scapito di tante famiglie oggi in difficoltà”.
Invero, anche l’ISTAT ha recentemente confermato il fallimento del Patto anti-inflazione, facendo presente che nel mese di ottobre i prezzi degli alimentari saliti invece di scendere. Non è bastato vedere che tra i prodotti interessati al “patto salva-spesa” rientrassero soltanto quelli dei marchi dei supermercati aderenti – escludendo dunque la maggior parte dei prodotti più acquistati – ma è stato appurato che l’intervento governativo ha dato esiti addirittura negativi.
Se è vero che nel mese di ottobre, l’inflazione ha registrato una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dell’1,8% su base annua, è anche vero che ciò è dovuto prevalentemente dalla diminuzione contenuta dei prezzi dell’energia, e sono in misura minore dal costo degli alimentari. Di fatto il patto anti-inflazione non risolve i problemi di migliaia di famiglie.


Il costante aumento dei prezzi porta il consumatore a stare sempre più attento a cosa acquista e in particolare al prezzo che sta pagando per la quantità sempre più contenuta: è infatti sempre più diffuso il fenomeno della shrinkflation, che consiste nella tendenza dei produttori a ridurre la quantità di prodotto all’interno delle confezioni, mantenendo però il prezzo invariato. In altri casi, invece, il prezzo della confezione subisce, seppur in misura limitata, un aumento a fronte della riduzione del suo contenuto. È uno stratagemma che viene utilizzato per aumentare i prezzi in maniera poco trasparente, senza che un consumatore poco attento se ne accorga.
A peggiorare la situazione, le ultime notizie del rincaro IVA dei beni per l’infanzia (pannolini e latte in polvere) e degli assorbenti che – dopo solo un anno – con la legge di Bilancio tornerà dal 5% al 10%. Prezzi che, invece di essere abbattuti come accade in altri Paesi europei, torna invece ad alzarsi.
Le premesse, in verità, erano ben diverse: si sperava che il percorso avviato dallo stesso governo un anno fa portasse ad un azzeramento totale dell’imposta sul valore per gli assorbenti e pannolini, o almeno un’ulteriore discesa al 4%. Insomma essere donne ed essere mamme costa caro.
Il Presidente Tango, in linea con l’attività mossa da ADOC Nazionale, promette di non retrocedere e di mettere in campo tutte le forze di cui si avvale la nostra associazione, per far sì che questo trend venga invertito.